LATERZA
Bellissima!
Come perla in uno scrigno
Sott’o cjile da Terze
Alluggésce e scurésce
com’a ttutte l’alde vanne,
ma vulime métte l’albe
e i tramonde de sti vanne?
I gréce, i romene
e i marchese de Spagne
acchiorene scechitte ddoe
iaria bbone, salute e uadagne.
Perdanne i matarrise
i borbone e i normanne
n’honne fatte peneie
ché tande e tand’anne.
Ne’nne parleme, po’
de chjidde mbeme d’i saracine
ca, c’arrubbarne rezule, candenjittere,
pechere e ggioe de uagnidde,
c’o sagne nuéstre fascerene i strascine.
Tanda volde me stete
vennute e accattete;
affennute mbraschijete
e a lézzie pegghiete.
Tanda volde n’honne destrutte
amaraménde!
ma, na volde de chiù
de quande n’honne accìse,
sémbe m’abbevesciute
e n’ime pegghiete a rise,
perché nesciune more
avraménde
sott’o cjile de stu paise.
Testo, Nunzio TRIA - Musica, Francesco GUIDA
Sotto il cielo di Laterza
Rischiara e si oscura come dappertutto, ma vogliamo mettere le albe e i tramonti di queste parti? I greci, i romani e i marchesi di Spagna trovarono soltanto qui aria buona, salute e guadagni. Per questo i materani, i borboni e i normanni ci hanno fatto penare per tanti e tanti anni. Non ne parliamo, poi di quegli infami dei saraceni che, per rubarci orcioli, giare, pecore e belle fanciulle, col sangue nostro fecero lunghe scie. Tante volte siamo stati venduti e comprati; offesi, picchiati e a beffe trattati. Tante volte ci hanno distrutti amaramente! Ma, una volta in più di quante ci hanno ucciso, siamo sempre resuscitati prendendocela con un sorriso, perché nessuno muore per davvero sotto il cielo di questo paese.
di Nunzio Tria, tratto da “Di Noi le Urla e i Canti – Antologia dei Poeti laertini”
Nella giungla
E’ un giorno qualunque nella giungla e,
non si sa bene per quale motivo,
un elefante comincia a correre.
La giraffa, vedendo l’elefante,
inizia a correre anche lei seguendolo.
Il leone, appena scorge i due in corsa,
si mette a correre anche lui con loro.
E così, a mano a mano, fanno l’ippopotamo,
il rinoceronte, la tigre, l’orso, la zebra,
il lupo, la scimmia ecc;
tutti intraprendono una corsa furibonda.
In poco tempo si forma una grande, lunga
e polverosa colonna animalesca in corsa.
Per ultimo, in coda all’enorme fila
di bizzarri corridori, arranca
un affannato topolino la cui corsa
è rallentata da una voce proveniente
da dietro un cespuglio;
è una volpe che gli chiede: “Ma cosa è successo?
Perché correte tutti?
Dove state andando?”;
e il topolino, con un fil di fiato
dato dalla fatica della corsa, risponde:
“Non lo so… Non so nulla…
ma è così bello!”
e riprende a correre dietro tutti
gli animali della giungla.
Rita Onnuzi
... ah, per la morale... Beh, fate voi.
Disappunti 2006
Sarebbe dovuto esserci un altro
al posto mio
che
come un malato che si compiace
per la propria malattia
tacesse
in dispregio del grande spirito della parola
sull’ignavia di Roma
sempre col naso nel culo di Washington
e la lingua, Dio sa chissà dov’altro
nel pontificio Stato.
Io non taccio
e parlo male, lo so
ma la mia fede è buona e sincera
poiché divenuta finalmente
dopo un lungo trentennio
contraria alla coerenza ideologica
e all’idolatria ad oltranza
di feticci biforcuti, fallaci e perniciosi
e
in paese
il mio
all’estremo lembo occidentale dell’entroterra
jonico-salentino dove controvoglia il tempo
assolve lentissimo al suo sgradito compito
di scorrere
e l’infermiccio senso critico soccombe facile
al vario dogmatismo,
quasi all’insaputa dell’autoctona umanità
e mia (anche)
le cose vanno, se possibile, ancora peggio:
la sinistra generazione d’oltre mezzo secolo
in piena fase iniziale di pollachiuria-cerebrale
è presa da insani e melanconici propositi
di monarchia partitica: abnegazione egotista
+ o - spontanea
con penoso trasferimento di scettri e corone
d’aria lessa
al proprio plagiato figliolame:
automi
per coazione genetica
eredi di un’annosa staticità dolente
maldestramente furba e mortale
cloni assoluti
addestrati a perpetuare le piccole mosse
e il niente idrofobo
dei loro padri cari
e
a piantare nuove croci.
“Disappunti 2006” di Nunzio Tria,
Tratto da “Di Noi le Urla e i Canti –
Antologia dei Poeti laertini”
Lettera di un ex attivista di Centrosinistra a
se stesso
Quella brava gente che…
Vecchio mio,
ti scrivo senza la pretesa di voler stravolgere le sorti dell’universo né, tanto meno, di influenzare alcuna coscienza; si tratta semplicemente di una confessione a bassa voce, per ricordarti… (e perdonami),
Non c’è speranza, vecchio mio, quella gente da anni ormai controlla la maggior parte della Sinistra, usandola come deterrente per la conservazione dello staus quo e delle proprie rendite di posizioni: molti di loro, per grazia ricevuta dai propri partiti, sono imboscati nei vari enti pubblici o sistemati nel sottobosco del potere dove, svolgendo “delicate” mansioni contemplative, trovano anche tempo abbondante per masturbazioni cerebrali sui “Problemi della gente” dei quali molto spesso non ne hanno la più pallida idea, ma che però, poi, promulgano con grande enfasi nei comizi ad un popolo (quello di Sinistra) a cui, sinceramente, non sento più di riconoscerne l’alibi della buona fede, dacché, rispetto al passato, oggi è più che alfabetizzato e conscio delle proprie scelte.
Per fortuna che tu, anche se con ritardo, hai compreso e finalmente ripudiato con fermezza quel mondo insincero e deleterio, insieme a tutta quella brava gente che si dichiara progressista, laica, tollerante, colta, virtuosa e pacifista; che poi, nei fatti, risulta essere non altro che un perverso manipolo di conservatori, baciapile e faziosi, talvolta abbastanza zoticoni, poco inclini alla rettitudine e anche guerrafondai: un vero e proprio squadrone crociato contro l’etica e la verità. Per loro il mondo si divide soltanto tra il bene, rappresentato da se stessi, e il male, che sarebbe tutto quanto il resto a cui hanno dichiarato un’isterica jàad (guerra santa), poiché il loro vero e unico motto è “Con noi o contro di noi”, ossia: fascismo allo stato puro, sotto mentite spoglie!
Stanne fuori per sempre ed abbi cura di te, vecchio mio.
Tino, dalla terra di nessuno.
Laterza - Dicembre 2006
Certo che la sinistra ne sta prendendo di mazzate. Forse è ora che si ritiri, che ne dite?
RispondiEliminaCiao. R. B. Laterza
La lettera di Tino interpreta esattamente la grande delusione di molta gente delusa, e ferita anche, dai partiti della Sinistra.
RispondiEliminaComplimenti per il blog.
Un salutone da Giovanni - Laterza,
Caro R.B., secondo il mio parere, non bisogna chiedersi se la Sinistra debba ritirarsi o no; ma, piuttosto, dov'è?
RispondiEliminaUn caro saluto. Rita
Ciao, io invece sono del parere ke la politica in GENERALE (SINISTRA-CENTRO- DESTRA) è la causa di tutto il malessere ke stiamo vivendo e sopportando!! ma mi kiedevo fino a quando?? certo ke tutte le cose prima o poi hanno una fine o una svolta!!! io sono stanko di sentire solo promesse, parole ecc.... I FATTI SONO QUELLI KE CONTANO...e fino ad ora non ce ne sono stati...cara Rita anke la SINISTRA ha capito (parlo dei dirigenti) ke quello ke conta è il potere e il governare in un paese ke tutti vorrebbero viverci!!! sai la poltrona nel nostro parlamento e comodissima, siamo noi ke dobbiamo lavorare e rimboccarci le manike, eppure parekki di noi non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, A KI IMPORTA?? e viviamo in un paese ke fino a 15/20 anni fà era esempio in EUROPA!!! siamo solo all'inizio....vedrai ankora cosa succederà.. ALLORA DICO: VIVA IL POPOLO ITALIANO!!! SIAMO NOI I SOVRANI DI QUESTA ITALIA PERSA!!! E MI DISPIACE DIRLO: LA COLPA DI TUTTO QUESTO....EVVIVA LA SINCERITA'...un saluto da un Laertino emigrato a Nord Italia x la disperazione..Baci Maurizio
RispondiEliminaCaro Maurizio, la tua analisi è impietosa ma giusta e sacrosanta. Noi italiani dovremmo cogliere l'insegnamento della buonanima del presidente americano Kennedy e chiederci cosa possiamo fare Noi per l'Italia, non cosa può fare l'Italia per noi.
RispondiEliminaFrancamente penso che questa crisi, di cui si parla tanto, è più civile e umana che economica.
Spero che al nord, dove hai dovuto emigrare, tu stia realizzando i tuoi sogni.
Un forte abbraccio paesano.
Rita